“Nell’Ordine mi esprimo e Osservo la Vita con gli occhi dell’Anima”
Vergine
24 Agosto – 22 Settembre
“Io conservo e ordino”
Segno: Terra, legato alle sensazioni; Mobile, si colloca alla fine della stagione estiva
Governato da Mercurio
Parole chiave: Servizio, Salute, Routine, Conservazione, Lavoro, Perfezionismo, Discernimento, Concretezza, Metodo, Efficienza, Umiltà, Ordine, Pulizia
“… a te Vergine, affido il compito di prestare cura e attenzione alla mia creazione. Osservala, analizzala in ogni sua parte e custodiscila con amore, difendendo la sostanza spirituale che in essa si nasconde. Impara anche a non perderti in ciò che è parziale dimenticandoti di ciò che è intero. Affinché tu possa adempiere il tuo compito, ti dono i talenti dell’attenzione, dell’accudimento e dell’efficienza. Non permettere però che pignoleria, ossessività e ipercriticismo diventino ostacoli così grandi da inaridire il tuo cuore e la tua anima”.
“La Missione dei Dodici Eroi” Rita Casati
La Vergine è il segno che chiude l’estate, la stagione è ancora calda e rassicurante da una parte, ma si cominciano ad avvertire i primi freddi, occorre prudenza e previdenza. La terra grassa, fertile e primaverile del Toro è arrivata alla fine del suo ciclo, svuotata dei nutrienti, seccata dal calore estivo, prosciugata dalle piante ormai grandi e dai frutti maturati. E se il Leone è la stagione dei frutti nella loro pienezza, da cogliere direttamente dalla pianta, nella stagione della Vergine si fa la raccolta dei frutti prima che si perdano: l’esigenza non è più quella di vantarsi o di nutrirsi, ma di conservare in vista della stagione fredda che sta per cominciare.
E’ il momento dopo la festa quando l’abbondanza ed il divertimento sono finiti: dopo la cicala arriva il tempo della formica, insomma, bisogna sistemare le cose e ritornare ad una regolare quotidianità. I frutti raccolti vanno conservati nel tempo, e per fare questo vanno sterilizzati, preservati dagli agenti contaminanti, protetti dai predatori. Il tema della Vergine infatti è fondamentalmente il controllo: di fronte ad un futuro incerto, ma preoccupante, visti i segnali di decadimento delle energie naturali, occorre comprendere e studiare a fondo la realtà, trovare uno schema di riferimento, un pattern da seguire con metodica precisione.
La psicologia della Vergine è complessa e richiede un’attenta analisi, proprio come attenta, precisa e puntigliosa è l’attitudine del segno: è assolutamente riduttivo limitarsi a sottolineare la pignoleria, la maniacalità e la spigolosità del segno. Dotata di un grande spirito di osservazione, la Vergine ha bisogno di comprendere e di controllare la realtà: il senso pratico dell’elemento Terra la rende poco sensibile ai voli pindarici, alle teorie e alle fantasie (che guarda caso sono invece una caratteristica del segno opposto Pesci), gode piuttosto di applicazione concreta, di risoluzione materiale dei problemi.
La comprensione, l’analisi e la sintesi sono doti innate della psiche verginea, così come lo sono la discrezione (in tutti i sensi, in Fisica si riferisce a quantità finite e misurabili di materia), la moderazione, la riservatezza ed il senso della misura.
Sviluppate nella serenità sono doti incredibili, che permettono di ottenere grandi risultati, poco alla volta, senza la pretesa megalomane del Leone di essere il migliore, senza dover dimostrare niente a nessuno. La parola chiave per comprendere la psiche della Vergine è “discriminazione”, differenziazione: la Vergine vede la realtà, la materia, ed essa è discreta, composta di unità misurabili. Piccolissime a volte, ma misurabili e osservabili, basta trovare il modo (o lo strumento adatto).
Puntuale negli orari, è attenta agli sprechi, dà importanza ai dettagli e non le sfuggono i particolari. Nelle relazioni questo aspetto si fa molto utile, dal momento che l’espressione del proprio amore attraverso piccoli gesti, apparentemente insignificanti, o la cura del dettaglio nell’organizzazione, compensano l’effettiva freddezza e razionalità del segno. Affidabile al 100%, la Vergine ama fare le cose bene, gode particolarmente quando le cose vanno secondo i programmi, quando sente di avere il controllo.
Graficamente, il segno della Vergine si rifà a una donna seduta di profilo, ma pare che con l’avvento del cristianesimo, il glifo si trasforma in una M con l’asta finale ripiegata all’interno a simboleggiare Maria e la sua Verginità, o la fredda lucidità della Ragione che inizia ad imbrigliare istinti e passioni (che però sono forti e fortemente repressi e trattenuti).
Con i compagni di Terra, Toro e Capricorno, l’accordo è felice e molto produttivo (trigono), anche e soprattutto sul piano professionale. Nel rapporto di opposizione con i Pesci si manifesta invece la difficoltà a conciliare l’ampiezza di visione e il senso di unità di quest’ultimi con il senso di discrezione e discriminazione della Vergine; gli uni unificano e non vedono confini, l’altra mette etichette, separatori e classificazioni; i primi sono esseri spirituali, mistici, creativi ed emozionali, la Vergine è materiale, concreta, operativa e realista; i Pesci vivono di sogni, la Vergine di calcoli; i Pesci si sacrificano, la Vergine conserva. Sono tutti riflessi opposti di un equilibrio tra grande e piccolo, tra infinito e finito, universale e particolare, spirituale e concreto. Trovare il giusto equilibrio e risolvere l’opposizione richiede molta energia, ma permette di realizzare nel concreto quello che viene sognato, immaginato o intuito, così come l’agire quotidiano non è sterile manodopera ripetitiva, ma entra in relazione con un senso di utilità e servizio universale.
L’organo associato alla Vergine è l’intestino e in generale la zona del basso addome, che in effetti svolge la funzione virginea del discernimento, della differenziazione, tra nutrienti e scarto. Ovvero sovrintende all’assorbimento dei nutrienti triturati dai denti, disciolti dagli acidi gastrici dello stomaco e ridotti (in senso chimico) a molecole di glucidi o proteine. L’intestino è un lungo tubo e svolge questa funzione attraverso tantissimi piccoli villi intestinali, che accarezzano morbidamente il bolo, che procede passo passo con movimenti peristaltici, verso il canale di uscita (l’intestino tenue e l’ano). Lo scarto, le feci (associate a qualcosa di sporco, di sgradevole) vengono espulse, eliminate, il corpo è pulito, sano ed efficiente.
Solitamente molto attento alla salute e all’igiene personale e ambientale (col rischio dell’eccesso nell’ipocondria), per il segno della vergine l’attenzione va posta proprio a coliti e stitichezza come forme di somatizzazione: un’alimentazione ricca di fibre aiuta quindi tutto il sistema a trovare la regolarità che è prerogativa del segno. Il domicilio di Mercurio porta l’attenzione anche sui polmoni e le vie respiratorie, ma soprattutto allo stress mentale e al nervosismo.
Riguardo ai rimedi floriterapici, ottimo per il Segno è il Fiore di Bach White Chestnut: utile per i pensieri indesiderati e costanti, le preoccupazioni e le discussioni mentali che occupano la mente e non permettono di concentrarsi su ciò che si dovrebbe fare. Rimedio per quando si è ossessionati dal dialogo interiore e si rimugina senza tregua in modo ossessivo i traumi passati per cercare soluzioni. Crab Apple, è un fiore che spesso viene associato al Segno della Vergine per la tendenza e l’esigenza, quasi maniacale, di purificarsi e lavarsi e per il senso di perfezionismo. E’ consigliato a chi non riesce ad accettarsi così com’è, che generalmente ha una bassa considerazione di sé ed è perseguitato da una sensazione di sporcizia ed inadeguatezza continua. E’ indicato per la persona che si dispera e si scoraggia, per chi crede di avere sempre qualcosa che non va in lei, nel suo corpo, nella sua mente e nella sua anima, si guarda allo specchio e non si piace. Sono spesso a disagio con il proprio corpo e ne provano vergogna, perché non si piacciono (differente dal sentire emozionale di Pine che invece si autocondanna per diverse cause). Dunque, queste persone si concentrano sui dettagli, senza vedere l’insieme e soprattutto il nucleo del problema, da qui può nascere anche un atteggiamento ossessivo-compulsivo. Il rimedio dona purezza e chiarezza di pensiero, bellezza, sicurezza, piena accettazione e amore per sè stessi.
Tra i Fiori Australiani mi piace segnalare Bluebell. Il segno della Vergine fatica ad entrare in contatto armonioso con le proprie emozioni, questo rimedio è indicato per coloro che con difficoltà raggiungono un contatto con la sfera dei sentimenti e può essere consigliato quando si sentono bloccate le proprie emozioni. La continuità dell’utilizzo aiuterà a rimuovere le barriere create attorno al chakra del cuore. Si può anche mostrare preoccupazione al pensiero di dover manifestare il proprio essere, in quanto esiste in essi la convinzione latente che non sia conveniente farlo. Bluebell promuove la fiducia nel credere nell’abbondanza delle risorse della vita, una condizione che porta all’ottimismo e ad uno stato di allegria contagiosa di cui spesso la Vergine è carente.

FAGGIO
Nome botanico: Fagus sylvatica L.
Famiglia: Fagaceae
Genere: Maschile
Elemento: Aria
Pianeta: Saturno
Poteri: Saggezza, Precisione, Osservazione, Conoscenza, Evoluzione
Per conoscere pienamente un Faggio è opportuno addentrarsi in un faggeto, l’atmosfera è simile all’ingresso in una cattedrale: i tronchi alti, lisci, di color grigio-biancastri si alzano come colonne slanciate verso la volta di foglie; fasci di luce penetrano tra gli incroci precisi dei rami ad illuminare le navate; i raggi del sole filtrati dalle foglie contornate da peli argentati si illuminano creando giochi di luce; si respira aria fresca e umida mentre il tempo pare sospeso.
Nessuna divinità è stata associata al Faggio, la pianta non è presente in nessun mito, seppure essa è considerata l’archetipo delle piante saturnine, il principio che rappresenta la discesa dello spirito in terra. La materia è ben rappresentata dal suo forte radicamento, dal fusto massiccio e dal colore rossastro del legno; le radici dimostrano il loro collegamento con la terra percorrendola anche per diversi metri ben visibili in superficie.
Albero cosmico che unisce il Cielo alla Terra, è considerato il tramite tra l’uomo e gli Dei, poiché il Faggio con le sue fronde rivolte al cielo, rappresenta anche il movimento ascendente della materia che si eleva allo spirito, divenendo il ponte tra Uomo e Dio.
La pianta sceglie con cura e intelligenza il proprio habitat. Predilige un clima fresco-umido e un terreno nutriente; in Italia cresce principalmente in montagna, sopra i 700 metri. Come albero lo si trova solitamente insieme ai suoi simili a creare faggeti, ed è in questi luoghi che può raggiungere i 40 metri di altezza, mentre come pianta isolata cresce con una forma rotondeggiante e può arrivare a 20 metri di altezza.
Nel faggeto, la pianta esprime la sua forza, “leale competitor” della Quercia, i Faggi creano tra di loro cooperazione attraverso l’ordine e l’accuratezza: le foglie esprimono le proprie striature con precisione e l’intreccio dei rami tra faggi limitrofi è così puntuale da prevedere il passaggio preciso del raggio solare, come se si fosse in presenza di una saggezza superiore. In questo gesto della pianta, si osserva l’atteggiamento disarmonico nella tipologia di individuo associata ad esso, e descritto da Edward Bach come pignoleria o atteggiamento critico e intolleranza, aspetti che si possono ritrovare nel segno della Vergine.
L’intreccio preciso dei rami permette ai faggi di far deviare la luce esclusivamente verso di loro; infatti risulta difficile la crescita di altre piante nei faggeti. Questa caratteristica è indicativa dell’atteggiamento protettivo rivolto non solo a se stesso ma anche al proprio nucleo famigliare, amicizie e legami instaurati.
Il Faggio è una pianta monoica che diventa matura alla fioritura molto tardivamente, attorno ai 60 anni. Fiori maschili e femminili si trovano sulla stessa pianta, fiorisce da aprile a maggio e fruttifica in ottobre producendo le faggiole.
Uno degli aspetti armonici della pianta lo troviamo nelle foglie, nella loro crescita rivolta verso l’alto, all’osservazione diretta al Cielo. In questo gesto indica all’essere umano la via di guarigione, imparare a distaccarsi dalle questioni banali e superficiali, dove spesso la mente si incastra, e provare ad alzare lo sguardo, osservando la vita da un altro punto di vista, più elevato riscoprendo l’ascolto del centro cardiaco che favorisce anche l’apertura del canale intuitivo.
L’uso del Faggio nella tradizione erboristica anticamente era limitato; il primo uso risale al 1566 dove se ne consigliava l’uso delle foglie come gargarismi per le affezioni della bocca e gola, oppure per uso interno il decotto per diarrea e geloni. Il carbone ottenuto dal legno fu utilizzato per le proprietà antiacide e assorbenti i gas e le tossine intestinali. Il creosoto, ottenuto dalla distillazione del catrame di legno di Faggio, una volta veniva applicato localmente per curare i problemi della pelle. In gemmoterapia, Fagus sylvatica ha un’organotropismo per l’apparato urinario, renale, epatico e polmonare; è un rimedio con ottime proprietà antistaminiche utile in caso di allergie, stimolanti le funzioni renali con azione diuretica e antifibrotica indicato nella ritenzione idrica, nell’obesità, nella litiasi renale, nell’ipercolesterolemia e nell’iperuricemia. In floriterapia, il Faggio aiuta ad immedesimarsi negli altri e ad apprezzare la diversità, smorzando l’atteggiamento ipercritico.
Per le culture celtiche, germaniche e nordiche il Faggio simboleggia conoscenza, sapere, saggezza e chiarezza, e aveva una forte importanza come pianta divinatoria, poiché capace di far raggiungere il divino. Questo aspetto, lo si ritrova in Fagus sylvatica nel suo frutto, la faggiola; essa è un riccio che contiene due semi triangolari, protetti da una cupola formata da quattro settori. In questo frutto si trovano rappresentati in modo tridimensionale i numeri 1,2,3,4 che raffigurano il percorso di evoluzione e di manifestazione del divino.
In principio vi era l’Uno, che per fare esperienza della Conoscenza necessita della Dualità: attraverso l’altro “mi definisco” e “mi confronto”; il due si manifesta nella materia attraverso il figlio, la trinità; la materia si condensa nei quattro elementi della Natura, Aria, Acqua, Terra, Fuoco.
Il Faggio ricorda la nostra origine divina, e attraverso il frutto esorta a fare il percorso contrario, a superare la dualità e a ritrovare l’unione con l’Uno! Con le sue foglie rivolte al Cielo stimola ad avere uno sguardo della vita dall’alto, attraverso gli occhi dell’Anima, che vede “oltre”.
Il rito!
“Trova uno spazio silenzioso e tranquillo, siediti comodamente, chiudi gli occhi e rilassa il respiro, lentamente inspirando immagina di far entrare luce bianca che pulisce e calma i tuoi pensieri, espirando osserva tutta l’aria scura che esce e dissolve tutta la loro energia pesante. Osserva il ritmo lento dell’aria che entra ed esce diventando spettatore di questo miracolo che ti permette la Vita. Percepisci la freschezza dell’aria che si diffonde profondamente in te ed il tepore rilassante della sua emissione. Lasciati cullare da questo ritmo e ascolta il suo messaggio interiore da uno stato di mente calma e ripulita. Rilassa il tuo diaframma e l’addome.
Non c’è nulla che devi fare, nulla da pensare, mettiti semplicemente in ascolto del tuo respiro, goditi le sue carezze, nel qui ed ora. Fai questo, molto lentamente per qualche minuto, fino a quando ne senti il bisogno, imparando a stare nel presente e nel tuo corpo piuttosto che nella tua mente vivace.
Trova il tuo centro!”