“Nella Trasformazione Rinasco a me stesso”
Scorpione
23 Ottobre – 22 Novembre
“Io nascondo e rivelo”
Segno: Acqua, legato alle emozioni; Fisso, che si colloca al centro della stagione autunnale
Governato da Marte e Plutone.
Parole chiave: Rinascita, Potere, Carisma, Intensità, Mistero, Trasformazione, Strategia, Istinto, Ombra, Occulto, Sessualità, Finanza
“…a te Scorpione, affido il compito di purificare ed eliminare gli ostacoli. Dovrai rimuovere e far morire tutto ciò che impedisce la realizzazione del mio piano, affinché sia dato spazio a tutto ciò che è puro e nobile.
Così comincerai da te stesso: imparerai a morire e rinascere dalle tue ceneri; poi insegnerai all’uomo a fare altrettanto. Affinché tu possa assolvere il tuo compito, ti dono i talenti della volontà, dell’intuizione e della rinascita.
Usali con amore e non dimenticare che intolleranza, eccessivo individualismo e passioni incontrollate saranno grandi ostacoli lungo il tuo viaggio”.
“La Missione dei Dodici Eroi” di Rita Casati
Il segno centrale dell’autunno è lo Scorpione, segno fisso di Acqua, che rappresenta il grande principio fondamentale della trasformazione. La stagione infatti è ancora viva, non siamo ancora al blocco gelido dell’inverno, ma le temperature sempre più basse e le giornate sempre più corte permettono una fondamentale funzione in natura: la decomposizione.
Le foglie cadono a terra e marciscono, la terra si ricopre di colori lugubri, al verde primaverile viene sostituito il tono marrone e nero della terra che viene arata e concimata, e i semi piantati in questa stagione riposeranno sottoterra fino a primavera.
Sepolto sotto una coltre di terra, fatto che già di per sé richiama il concetto della morte e della sepoltura, il seme (Plutone), apparentemente inerte, attende l’arrivo della Primavera per risorgere a nuova vita. L’aggressività e la spinta vitale (Marte) restano dunque celate per tutta la durata del periodo invernale, pronte a manifestarsi nel momento più opportuno e propizio per garantire il successo dell’impresa (Mercurio in esaltazione). E’ l’inizio del viaggio interiore, il processo di morte e trasformazione simboleggiato dall’inverno.
La Morte in realtà è solo apparente: la Natura non muore mai, la Vita prosegue in livelli profondi e invisibili, nell’Universo nulla si distrugge, così come nulla si crea, ma tutto si trasforma: quello che per la foglia è morte, per la terra è nutrimento e copertura. Inaridita dallo sviluppo vegetale primaverile ed estivo, ora il ciclo si inverte, e quelle stesse sostanze tornano alla terra, a ridarle vita sotto forma di batteri e microrganismi. L’Acqua rappresentata dallo Scorpione è infatti quella stagnante delle paludi, apparentemente immobile, in realtà brulicante di attività, un mondo segreto e profondo di “altra” vita.
Governatore del segno è Plutone, il Dio dei Morti dell’antichità; l’altro governatore del segno è Marte: come istinto di vita, in condizioni ambientali praticamente sempre ostili, lo Scorpione agisce con circospezione ed estrema prudenza. In effetti la strategia corrisponde più che altro alla capacità di prevedere lontano nel futuro: come nel ciclo naturale, quello che tutti chiamano morte, lo Scorpione sa che sarà rinascita.
Come l’animale di cui porta il nome, che si nasconde sotto i sassi, o si annida tra le fessure, comunque sempre nell’ombra, lo Scorpione tiene molto alla sua privacy, ama osservare, studiare e comprendere gli altri, per poterne prevedere il comportamento, non ama essere a sua volta osservato, compreso e analizzato, si ritrae e sfugge.
La psiche dello Scorpione è forse la più complessa dello Zodiaco: dotato di grandissimo potere e potenzialità, a partire dalla capacità di organizzare e gestire situazioni di grande complessità, è il segno più intelligente dello zodiaco, perché ragiona su lungo periodo. L’orizzonte temporale dello Scorpione infatti è molto ampio, e se da una parte sa aspettare pazientemente, prevedendo quasi ogni possibile sviluppo di una vicenda, se dà sfogo al suo aspetto più crudele sa pianificare ed eseguire le vendette più atroci e riuscite.
La psiche scorpionica in realtà è molto sensibile e suscettibile: da buon segno d’Acqua è dominato dalle emozioni, che per l’intensità con cui ne viene travolto, lo costringono alla fuga, a nascondersi, a celarsi. Sensibile, vulnerabile, compassionevole, partecipe, cerca le relazioni, al tempo stesso se ne guarda con diffidenza; mette alla prova gli altri, mostrandosi talvolta enigmatico e misterioso, inaccessibile, talvolta sicuro e sereno, in ogni caso nel totale controllo di ogni cosa, per non lasciarsi sorprendere da emozioni che teme devastanti.
Il senso del limite e il suo superamento producono anche la caratteristica trasgressione del segno, che ama il pericolo, il rischio, andare contro le regole, imporsi in una sfida impossibile, provocare l’altro al punto estremo: tanto cosa vuoi che accada? Al massimo muori, e la morte è solo un passaggio…
Nella sessualità emerge tutta la disinvoltura, la disinibizione, l’intensità e il controllo che possono apparire come un insolito gusto per la trasgressione e le perversioni, ma in realtà si tratta di una sana voglia di sperimentare tutta l’esperienza possibile, di godere intensamente di tutto quello che è a disposizione, finché c’è. Tutto ci si può aspettare da un amore con uno Scorpione, tranne che la noia! L’interesse per il Mistero, per le discipline considerate occulte, per il paranormale sono un’altra manifestazione del superamento del limite: l’intelligenza e la “visione notturna”, la capacità di addentrarsi nelle profondità può condurre lo Scorpione a risolvere i misteri, gli enigmi, i rompicapo e i labirinti. Per questo psicologia e parapsicologia, simbolismo e magia, sono campi in cui il segno dello Scorpione può muoversi con grande profitto, vista la tendenza a scavare nelle profondità, in ciò che è buio e nascosto (l’Inconscio). Oppure può sviluppare una passione per l’archeologia o la speleologia: ama gli oggetti stravaganti e misteriosi, provenienti dal passato o da tempi antichi (cimeli, reliquie, oggetti da restaurare, scatole magiche, con cassettini e scomparti).
Il segno grafico dello Scorpione è composto dalla M, simbolo dell’acqua primordiale e della vita, e dalla freccia, portatrice di morte. Da ricordare che, mentre l’appendice rivolta in dentro nel segno della Vergine significa introversione, nel segno dello Scorpione, essendo rivolta in fuori, rappresenta l’estroversione. In senso evolutivo corrisponde alla focalizzazione delle forze per produrre l’interiorità nell’esterno.
Lo Scorpione è trigono a Pesci e Cancro, segni d’Acqua, elemento che veicola il sentimento, l’emozione, e quindi prescinde alla ragione (Aria) o all’azione (Fuoco), così come manca di concretezza e di senso di realtà (Terra).
L’opposizione con il Toro si pone nei termini di un conflitto tra la forza di vita e di crescita da una parte e la forza di morte e di trasformazione dall’altra; tra il possesso e l’attaccamento del Toro ed il distacco e il lasciar andare dello Scorpione; tra le sicurezze materiali dell’uno e il potere interiorizzato del secondo. L’opposizione rivela il grande bisogno di energia per sostenere il conflitto interiore tra la sicurezza data dai beni materiali, dalla realtà esterna, e quella data dalla forza interiore, dalla profondità dell’essere: quello che ha (suo malgrado) interiorizzato lo Scorpione è che l’unica sicurezza è la trasformazione, la morte, il passaggio, che nulla è permanente; è una profondità filosofica-esistenziale che il Toro non riesce a comprendere e concepire, ma proprio la mediazione tra i due estremi riesce a rendere equilibrata la concezione della vita, nella quale si può godere e disporre dei beni materiali ma con la consapevolezza che non ci si può fare affidamento, perché tutto passa e le vere sicurezze vanno cercate e trovate dentro di sé.
Le parti del corpo associate allo Scorpione sono gli organi genitali e quelli degli apparati di evacuazione (ano, retto, uretra, vescica), nei quali rischia di somatizzare lo stress e le tensioni.
Opposto al Toro, che rappresenta invece l’atto dell’ingestione, dell’assimilazione, della crescita, nello Scorpione ritroviamo simboleggiata la funzione fisiologica opposta, ovvero l’evacuazione, la liberazione, il distacco. Le funzioni escretorie hanno anche la funzione di manifestare potere: alcuni animali orinano per segnare il territorio, altri secernono ormoni, feromoni, veleni come segnali o vere e proprie armi. Anche nello sviluppo psicologico del bambino, la fase anale, il controllo degli sfinteri, corrisponde alla presa di coscienza del proprio potere personale.
InFloriterapia,ottimo per lo Scorpione è il Fiore di Bach CherryPlum, per la sua tendenza a tenere tutto sotto controllo per paura di non riuscire a gestire le emozioni profonde e violente che potrebbero scaturire nel caso la situazione sfuggisse di mano. Infatti, la parola chiave di Cherry Plum è: “Paura di perdere il controllo sulle proprie azioni, di diventare pazzi”.
Il tipo Cherry Plum può sperimentare spesso la soglia della follia, dell’esaurimento nervoso, una disperazione profonda; spesso può apparire introverso, calmo e controllato, ma dentro di sé qualcosa di grosso ribolle, proprio come i fiori di questa pianta che sbocciano fuori stagione, impazzendo, senza autocontrollo alcuno. Cherry Plum è particolarmente adatto a coloro che hanno paura di lasciarsi andare alla loro impulsività e sono poco lucidi rispetto a quanto sta loro accadendo.
Di conseguenza, gli effetti equilibranti che Cherry Plum apporta sono legati al placare e dominare il proprio inconscio, le proprie pulsioni interiori, quindi se stessi, scacciando i pensieri negativi e riconciliandosi in armonia con il mondo esterno, trovando la calma e il controllo. La tipologia di questo fiore è per eccellenza l’ombra che noi tutti abbiamo e che esce fuori all’improvviso; usarlo aiuta a superare quei momenti in cui ci si sente sull’orlo di una deflagrazione interiore e si teme di compiere gesti inconsulti, impulsi incontrollati e atti terrificanti, che si avvertono come sbagliati, ma che sono spinti da un forte input inconscio a compierli. Cherry Plum è prezioso per coloro che vogliono sviluppare maggiore chiarezza di fronte alle proprie pulsioni, sopportare le “tempeste mentali” ed essere più consapevoli della propria tendenza a cedere alla depressione, tipica del Segno per via della sua affinità con le “profondità”, che molto spesso sono torbide e scure.
Tra i Fiori Australiani mi piace ricordare Dagger Hakea e Mountain Devil, entrambi lavorano sul senso di ingiustizia, sulla gelosia e sentimenti di rabbia e rancore ma con una differenziazione sottile ma importante: Dagger Hakea agisce su questi sentimenti in rapporti di tipo familiari o con persone molto vicine, mentre Mountain Devil lavora sui sentimenti rivolti ad altri, persone lontane e non intime. In generale, sono indicati per le persone ‘pungenti’, anche nelle parole (taglienti) e per chi trattiene rancore anche dopo molto tempo. Aiutano ad elaborare e risolvere risentimento e amarezza. Favoriscono l’espressione piena ed equilibrata dei sentimenti, il perdono e la tolleranza. Coadiuvanti per un’azione drenante e stimolante (detossificante) su fegato e cistifellea, organi associati a rabbia, risentimento, frustrazione secondo la Medicina Tradizionale Cinese. Il fegato è uno dei più importanti sistemi di depurazione dell’organismo. La loro assunzione può essere accompagnata al ‘Processo del Perdono’ ,indicato da Ian White, o tecniche simili come quella di Daniel Lumera, una settimana prima di iniziarlo fino a qualche giorno dopo la conclusione, per migliorarne i risultati ed armonizzare il processo.

PIOPPO
Nome botanico: Populus nigrum L.
Famiglia: Salicaceae
Genere: Femminile
Elemento: Acqua
Pianeta: Saturno
Poteri: Rinascita, Sensibilità, Trasformazione, Profondità, Sensitività, Passaggio
Si è soliti imbattersi nel Pioppo lungo i viali: li si trova allineati uno dopo l’altro e attraversando il sentiero avvolti dalla loro atmosfera si è immersi in un vero e proprio “cammino di passaggio”. Il Pioppo conduce verso il silenzio e l’osservazione della vita al di là di ciò che è conosciuto, tangibile; spinge l’individuo a porsi domande sull’aldilà, sulla morte, sul senso dell’esistenza.
Attraversare un viale di soli Pioppi è un’esperienza particolare, è come un cammino iniziatico, dove alcune paure vengono in superficie unicamente per essere osservate e lasciate andare. Ogni passo in avanti attraverso il Pioppo è una svestizione, è un primo contatto con la morte, che non ha nulla a che vedere con il concetto culturale di morte fisica, ma rappresenta uno spogliarsi delle maschere, dei limiti, dei giudizi, di ciò che ostacola il proprio cammino animico.
Secondo la mitologia celtica questo albero meraviglioso era in grado di comunicare con l’Altromondo, attraverso le sue foglie che muovendosi aiutavano il vento a parlare con gli antenati, portando doni di ispirazione e poesia. Il Pioppo era conosciuto, infatti, come “l’albero che sussurra”.
Nelle Metamorfosi di Ovidio (II, 340-367) le Eliadi, le tre sorelle del temerario Fetonte che aveva voluto guidare il carro del Sole nonostante gli avvertimenti del padre, videro precipitare il fratello dall’alto del cielo nell’Eridano; in preda alla disperazione si fissarono al suolo trasformandosi in Pioppi. Con questa nuova forma avevano modo di poter ancora comunicare con il fratello.
La pianta è originaria dell’Iran e della Turchia e fu diffusa in tutto il bacino mediterraneo dagli Arabi. La denominazione di Populus, invece, è di origine latina, attribuita dagli antichi romani a designare l’albero del popolo.
In Italia è presente in tutta la penisola, dalla pianura alla montagna, raggiungendo oltre i 1400 metri d’altitudine. La sua longevità attuale supera raramente i 200 anni di età, e si può osservare: Populus nigra L. (Nero) per la colorazione della corteccia, oppure Populus alba L. (Bianca), oppure Popolus tremula L. (Tremulo) per la caratteristica tipica delle foglie di vibrare continuamente anche con una brezza leggera.
Quest’ultima varietà fu stata scelta da Edward Bach nel rimedio Aspen, utilizzato per donare forza e protezione dalla paura del sovrannaturale; nelle foglie tremanti Bach aveva osservato l’analogia con la paura inspiegabile, impalpabile che fa, appunto, tremare.
In questo gesto della pianta si può osservare l’aspetto disarmonico seppure è sempre la foglia a ricordare la via attraverso la quale ritrovare il proprio equilibrio: la forma a cuore ricorda all’individuo che le proprie ombre le si affronta attraverso il coraggio e la fiducia nelle forze positive.
L’essere umano associato a questa pianta ha solitamente una sensibilità molto accentuata, una connessione con i mondi invisibili, capacità extrasensoriali e un interesse per il paranormale; questi aspetti si possono osservare in Pioppo nella sua chioma: densa, ampia, asimmetrica e ovoidale; se la si osserva è allungata verso l’alto come a ricercare una connessione verso gli altri mondi. La sensitività è anche espressa dai suoi frutti che aprendosi, liberano numerosi semini piumosi: la lunga peluria bianca facilita il trasporto nel cielo e trasforma il Pioppo in un albero di estrema purezza e candore.
Nella cultura Greca, il Pioppo nero era associato al regno di Ade, divinità degli inferi.
Per i celti era una pianta sacra, che permetteva di accedere agli altri regni di coscienza; presente nelle iniziazioni dei druidi, poiché attraverso di esso imparavano a creare un collegamento con la natura, e ad ascoltarla dentro di loro.
Il Pioppo ama crescere lungo i corsi d’acqua, le rive dei fiumi e sui terreni alluvionali; è collegato all’elemento acqua e questa caratteristica è espressa nell’individuo nella sua eccessiva emotività, a volte incontrollata e tendente al pessimismo. Le sue radici si espandono in senso orizzontale e superficiale alla ricerca di acqua e terra ricca; in questo gesto si rivede l’atteggiamento dello Scorpione che a volte si perde nella trasgressione, nella ricerca di esperienze ricche di patos.
Nel tronco, slanciato, forte si ritrova l’aspetto armonico; di colore grigiastro in gioventù, poi scura, con profonde fessure in senso longitudinale, ricorda al tipo Pioppo la ricerca di una consapevolezza delle proprie potenzialità interiori.
In Fitoterapia è conosciuto sin dai tempi antichi per le proprietà diuretiche, balsamiche, antisettiche e febbrifughe. Galeno nel II sec d.C. preparava il balsamo Acopon facendo macerare i germogli in olio d’oliva per tre mesi ed esponendoli al sole; era il rimedio vulnerario più stimato a quei tempi.
In gemmoterapia ha un’azione molto profonda, con un organotropismo per il sistema vascolare, respiratorio, osteoarticolare e urinario. Alle gemme di Pioppo nero sono attribuite anche proprietà chelanti nei confronti dei metalli pesanti.
Questo meraviglioso albero esprime la sua profondità anche attraverso i rimedi ricavati dall’uomo.
Mi piace concludere questo ultimo nostro articolo con una citazione di Edward Bach:
“Lo sviluppo dell’Amore ci porta alla realizzazione dell’Unità, della verità che ognuno e tutti siamo parte dell’Unica Grande creazione. La causa di tutti i nostri problemi sono l’Io e la separazione, e questa svanisce appena l’Amore e la conoscenza della grande Unità diventano parte della nostra natura”.
Il Rito
Riporto una pratica molto utile: la tecnica delle “Tre Lettere del Perdono” traendo spunto da Daniel Lumera.
Si svolge prendendo dei fogli, una penna e 5 minuti di tempo per scrivere ognuna delle 3 lettera:
- Lettera di Accusa: In un foglio bianco inizia a scrivere il nome della persona seguito da: “Ti perdono per… (con un elenco di tutte le cose che vuoi perdonare), liberati di tutto ciò che hai dentro, in questo modo ammetti ciò che provi, prendendo contatto con le tue ombre. Rimani in silenzio, percepisci le sensazioni e metabolizzale.
- Lettera di Responsabilità: Scrivi tutte le tue mancanze verso questa persona, scrivendo: “Io (il tuo nome) ti chiedo perdono per…” qui si comincia a cambiare prospettiva rispetto ai ruoli di colpevole e vittima, ti permette di assumerti la responsabilità su ciò che provi e di smettere di proiettare sull’altra persona il tuo potere. Non sappiamo cosa abbiamo fatto all’altra persona. Si può fare del male a una persona non intenzionalmente? Qualcosa di cui non ne siamo consapevoli ma la persona ne ha sofferto? Chi da arrabbiato ha detto qualcosa che ha generato sofferenza? A volte diciamo cose non vere tanto per ferire, solo per scaricare energia che ci ha creato sofferenza e la vogliamo liberare, noncurante delle conseguenze. Se scritta onestamente permette di andare al di là del giudizio, e comprendere che la persona ha agito in quel modo perché non era in una condizione di chiarezza e pace. Rimani in silenzio, prendendo contatto con le tue sensazioni e permetti loro di essere metabolizzate.
- Lettera della Gratitudine: da qui si comincia ad andare al di là della dualità colpevole, vittima. “(nome della persona) grazie per…” alla fine della lista concludere con “ti amo così come sei” questa non deve contenere accuse nemmeno velate, esempio “grazie per avermi insultato” sentendo ostilità, vuol dire che il processo non è completo. Se il processo è completo si sente gratitudine, altrimenti torna alle fasi precedenti. Rimani in silenzio, prendendo contatto con le sensazioni. Quando questa è autentica dovrebbe essere spedita alla persona (ma non è necessario), anche se non è più in vita, si può bruciare con l’intenzione che arrivi al destinatario ovunque sia.
Se ci sono resistenze il perdono non è completo.