“Di ritorno verso l’Uno, nell’Amore Universale”
Pesci
20 Febbraio – 20 Marzo
“Io fuggo e sfuggo”
Segno: Acqua, legato alle emozioni; Mobile, che si colloca alla fine della della stagione invernale
Governato da Nettuno e Giove
Parole chiave: Sensitività, Compassione, Fantasia, Confusione, Sogno, Illusione, Infinito, Meditazione, Fusione, Fuga, Dio.
“… a te Pesci, affido il compito di concludere il viaggio sulla Terra.
Dovrai raccogliere tutto ciò che hai fatto nella vita e portarlo a me affinché io possa dissolverlo nell’oceano dello spirito. Imparerai così a morire di te stesso e a liberare la Scintilla Divina che ho nascosto nel tuo cuore. Ma dovrai anche insegnare agli uomini a fare altrettanto e per questo dovrai saper raccogliere il loro dolore e le loro lacrime. Di certo, il tuo, è il compito più difficile, ma affinché tu lo possa assolvere ti dono i talenti della salvezza, della fusione mistica e della compassione. Mettili a frutto tenendo sempre ben presente il compito che ti ho dato. Ricorda che autocommiserazione, confusione e paura saranno gli ostacoli che metteranno a dura prova la riuscita del viaggio”.
“La Missione dei Dodici Eroi” Rita Casati
Il Segno dei Pesci chiude l’inverno e tutto il ciclo vitale annuale, simultaneamente rappresenta la Fine ma riapre un altro ciclo, precedendo un nuovo Inizio. La stagione di fine Febbraio ed inizio Marzo vede le giornate allungarsi, il Sole comincia a scaldare un po’ di più, la primavera si avvicina anche se il freddo dell’inverno ha ancora voglia di farsi sentire. La natura è in fase di risveglio ma si tratta di un passaggio che precede la “rinascita” e lo sviluppo del germoglio primaverile.
Con i Pesci arriva il momento del riconoscimento, della consapevolezza, della conclusione del ciclo precedente: il seme sepolto sotto terra completa la sua trasformazione ed entra nell’ultima fase della metamorfosi da seme ad embrione, che vive però ancora una totale fragilità, avvolto e custodito da Madre Terra, in una sorta di sospensione ed assenza temporale.
Con Pesci siamo arrivati alla fine del Viaggio dell’Eroe: Il Graal, il simbolo del Sé e dell’unione Cristica. La missione è compiuta, ora ci si può ritirare nella meditazione e nella contemplazione del tutto, ponendosi al servizio dell’umanità e di Dio.
L’ultimo segno zodiacale, rappresenta la parte della nostra psiche che si libera dai condizionamenti e dalle strutture, che riesce a celebrare la vita, in tutte le sue forme e manifestazioni e si prepara ad un nuovo viaggio, oltre la vita e di nuovo nella vita, pronta a rinascere in una nuova forma. Rappresenta la libertà dall’illusione delle mutevoli apparenze della realtà materiale, la riconnessione con la dimensione spirituale.
I Pesci seguono l’Acquario, ne hanno integrato il senso di appartenenza e fusione con la dimensione collettiva dell’umanità, comprendono il senso dell’agire insieme, collaborando ad un progetto condiviso: vanno oltre, cogliendo il senso profondo e divino della vita e della realtà. Il dono ricevuto alimenta il bisogno di donare a propria volta, di realizzare con la propria vita qualcosa che “serva”, che sia utile e significativa. Disponibile e servizievole, empatico ed estremamente sensibile, al Pesci manca tuttavia il senso pratico che deve integrare dal suo opposto segno, la Vergine, per non rischiare di rifugiarsi nel mondo immaginario, nelle proprie paure, nel passato, nelle emozioni intense percepite, e nel sogno, preferendo così l’illusione di un mondo perfetto piuttosto che il mondo reale così com’è.
E’ estremamente idealista e tendente alla devozione, si dice che Pesci ami più l’Amore come idea che nella pratica, e che il suo istinto di ricerca di quell’unione fusionale “amniotica” con il divino, lo renda particolarmente portato alle pratiche meditative, al ritiro spirituale e a svolgere professioni di aiuto, cura e sostegno verso chi soffre (medici, infermieri, counselor, guaritori) perché lui stesso conosce molto bene la sofferenza di cui l’uomo è afflitto.
Anche l’arte è una forma di espressione che gli permette di tradurre, attraverso un linguaggio simbolico, significati complessi che gli arrivano sotto forma di intuizioni e percezioni.
Genio e sregolatezza, il Pesci è un mistico, un visionario, un sognatore, capace di ispirare e motivare gli altri, può anche raggiungere posizioni di potere e responsabilità, che ricopre con umiltà e spirito di servizio.
A livello grafico, il simbolo è composto dai due pesci uniti che nuotano in direzioni opposte, contiene l’idea del movimento, dell’unione degli opposti, della totalità che comprende tutte le antitesi. Il concetto di continuazione tra Fine ed Inizio è paragonabile al simbolo del Tao che rappresenta proprio la dimensione totalizzante e fusionale del dodicesimo archetipo dello Zodiaco.
Il segno dei Pesci viene associato ai piedi, pertanto tende a somatizzare sulle caviglie, sulla pianta dei piedi, in quello che è il contatto con la realtà: “piedi per terra”. Il governatore dei Pesci, Nettuno, viene associato anche al sistema immunitario in generale, che per il segno può essere delicato ed ipersensibile agli agenti patogeni. Il lato ombra potrebbe portarlo a forme di dipendenza come l’abuso di zuccheri e tutto ciò che gli dona la sensazione di evasione dalla realtà.
Il fiore di Bach che può aiutare chi tende a sognare ad occhi aperti, fuggendo dalla realtà in un futuro immaginario, con il rischio di non vivere il presente, è Clematis.
Aspen può essere utile in caso di paure di cose vaghe, sconosciute o senza motivo, di cui non si riesce ad identificare una causa effettiva. Per aumentare la fiducia in sè stessi, nel momento in cui si debba prendere una decisione, ma ci si trovi in un momento di confusione mentale, è molto utile l’utilizzo di Cerato.
Tra i Fiori Australiani segnalo il Fringed Violet che aiuta in caso di sensazione di “perdita di confini”, e nei casi ci sia necessità di “riallineare i corpi”. Reintegra il corpo fisico e quello eterico riallineandoli in seguito a forte stress, shock, traumi di varia origine o anche dopo un intervento chirurgico con utilizzo di anestesia.

TIGLIO ARGENTEO
Nome botanico: Tilia tomentosa L.
Famiglia: Tiliaceae
Genere: Maschile
Elemento: Aria
Pianeta: Giove
Poteri: Amore, Comprensione, Unione, Sogno, Connessione
Narra la novella, nel libro VIII di Metamorfosi di Ovidio, che nella Frigia ellenica, una regione dell’odierna Turchia, detta allora Asia Minore (43 a.C. – 18 d.C.), che la tenera Bauci fu tramutata in Tiglio.
A vagare in questa terra, si trovano Zeus ed Hermes con sembianze umane a cercare ospitalità e accoglienza tra la gente del posto per vagliare le loro virtù. Si presentarono a mille case e mille furono le porte rimaste a loro chiuse. Finchè giunsero da Bauci e Filemone, una coppia ormai anziana, in una dimora assai povera, ma ricca di amore. L’anziana coppia si prese cura dei due “viandanti” offrendo quanto di più caro avevano in casa, ospitandoli col fuoco del camino, donando loro una branda per ristorare e accogliendoli col gesto del lavaggio dei piedi. Nel tentativo di sacrificare l’oca per offrirla come pasto, le divinità si palesarono. Bauci e Filemone furono condotti in cima al monte ad osservare il destino delle terre della Frigia: tutto il villaggio fu tramutato in palude, tranne la casa dell’anziana coppia che prese nuova forma divenendo tempio sacro. Zeus, infine, chiese loro di esprimere un desiderio, ed essi risposero di voler essere sacerdoti e custodire il tempio, e poiché in dolce armonia trascorsero i loro anni di coppia, chiesero di andarsene nello stesso istante, affinché l’uno non vedesse la tomba dell’altra e viceversa. Il loro desiderio fu esaudito; la coppia custodì il tempio finché consunti dagli anni e dall’età, seduti sulla sacra gradinata esterna, sui due volti iniziò a crescere la cima di una fronda, e mentre si pronunciarono “Addio amore mio”, la corteccia come un velo coprì i loro volti facendoli tramutare, Filemone in Quercia e Bauci in Tiglio.
La metamorfosi dell’anziana donna nell’albero di Tiglio ne simboleggia l’accoglienza, il servizio, la disponibilità, qualità femminili che ne rivelano l’espressione dell’Amore: quel sentimento di cura per l’altro, un sentire profondo di gioia affinché l’altro sia libero di essere. L’amore si esprime nella pianta attraverso le foglie, dalla forma a cuore, il Tiglio ricorda la connessione con il proprio centro cardiaco per accogliere la Vita nelle sue varie sfaccettature e indica la via attraverso cui esprimere sé stessi, appunto l’Amore.
Le foglie si esprimono con contorni dentellati a ricordare che l’espressione vera di sé necessita di una buona dose di forza e di coraggio. Queste qualità le si ritrovano anche nella resistenza che la pianta dimostra nell’affrontare climi freddi, condizioni climatiche avverse, siccità, inquinamento atmosferico cittadino e tagli o sfrondature selvagge.
La saggezza che la pianta esprime la si ritrova nella sua longevità che può raggiungere fino i mille anni di età.
Il Tiglio argenteo è originario del Sud-Est Europeo e dell’Asia Minore, ma è stato introdotto in Italia nel 1700 e oggi è molto impiegato per le alberature stradali, per i parchi, i giardini e lungo i viali. Ha una buona capacità di adattamento, predilige terreni calcarei e freschi, ma può crescere anche su suoli umidi. Queste caratteristiche esprimono la sua capacità di fluire con la Vita, adattandosi alle esigenze: senza il flusso del soffio vitale in sé stessi non vi può essere Amore; e l’amore non può esprimersi se c’è staticità.
Il suo accrescimento è relativamente lento, e fino all’età di 150 anni è più rivolto verso l’alto, questo ne denota il suo aspetto sognante. Gli antichi chiedevano aiuto al Tiglio proprio per abbandonarsi al sogni e all’immaginazione; per i sacerdoti di un tempo, la pianta ne raffigurava l’albero dell’oracolo che permetteva di abbandonare il controllo mentale e ottenere così la visione del mondo sottile.
Il Tiglio una volta cresciuto, sviluppa un possente e profondo apparato radicale permettendo una buona connessione terrena, qualità utile se ci si immerge nei mondi invisibili; affinché non ci si perda nell’illusione, nei sogni, nelle paure, nell’irreale, sono indispensabili salde radici che ricordano le proprie origini terrene, concrete, la necessità dell’esperienza materiale.
In fitoterapia le foglie di Tiglio sono utilizzate e apprezzate come calmanti, soprattutto per lattanti e bambini in tenera età soggetti a coliche intestinali; insieme al finocchio rappresenta un valido ausilio per assicurare un sonno tranquillo agli infanti e ai genitori. In gemmoterapia ha un organotropismo per il sistema nervoso e neurovegetativo; eccellente ansiolitico e antiaritmico; utilizzato per mitigare il sonno e i disturbi legati a stress psicofisico.
L’azione calmante del rimedio risolve l’aspetto disarmonico dell’individuo associato al Tiglio che spesso può esprimere esuberanza nel mostrarsi: con un eccessiva passionalità nelle relazioni, oppure con la tendenza nel cadere in tentazioni materiali, infine in crisi di coscienza e tormenti interiori.
Questo atteggiamento disordinato lo si può osservare nel gesto della pianta con la sua plurima espressione di polloni basali.
I fiori sbocciano durante il solstizio estivo adornando l’aria di una dolcissima fragranza ed esprimendo la sacralità che la pianta porta in dono. Nel numero cinque si mostrano, esprimendo una doppia stella a cinque punte gialla che volge lo sguardo verso terra. Il simbolo espresso dal fiore rappresenta l’individuo che sceglie di affrontare il viaggio della Vita attraverso la dimensione terrena (il fiore guarda verso terra) per conoscerSi con l’altro, nell’unione della dualità (la doppia stella).
Attraverso la sperimentazione duale della materia, l’essere umano conclude il proprio viaggio unendo, attraverso l’Amore, le due polarità nell’Uno, ricongiungendosi così alla Fonte originaria.
Questa stessa espressione duale unita nell’Uno che condivide con il segno dei Pesci, la si ritrova come gesto della pianta non solo nel fiore, ma anche nella foglia: argentata e ricca di peluria nel lato inferiore, denotando anche la sensibilità nel soggetto associato al Tiglio; verde scuro e glabra il lato superiore. Oppure ancora troviamo la dualità nelle infruttescenze: strutturate da una grande brattea fogliacea ovoidale di colore verde-pallido, che come un’ala protegge e agevola il trasporto a distanza del frutto, capsule pendenti ovoidali della dimensione di un pisello.
Mi è capitato un giorno di camminare sotto un viale di Tigli in fiore e di essere rapita dalla pace, dalla connessione cardiaca che emanavano.
Il Tiglio ricorda di accogliere le proprie ombre, di non averne timore ma anzi di illuminarle e nell’Amore proseguire il proprio cammino per una nuova dimensione di sé.
Il Rito
“Come tutti gli esseri viventi di questo pianeta siamo fatti soprattutto di acqua. Siamo fatti anche di terra (sali minerali), di aria e di energia solare, ma è l’elemento acqua quello che, nel nostro corpo, tutti li collega e ne consente una sintesi vitale.
Almeno una volta al giorno ricordati di questa cara amica, di questa preziosa e vitale sorella. Entra in contatto, consapevolmente, con la sua fresca energia e con la sua forza purificatrice: regalati una bella doccia o semplicemente rinfrescati il viso ed immergi per qualche secondo le mani ed i polsi nel lavabo.
Lascia fluire dai polsi, dai palmi e dalle dita delle mani tutta la tua tensione, dissolvi per qualche secondo in quell’acqua tutti i tuoi pensieri.
Concediti ancora qualche momento per fare lo stesso rituale immergendo in un catino, o in quello di cui disponi, anche i tuoi piedi. Rilassati e lascia andare nell’acqua tutte le tensioni della giornata, con gratitudine. Se hai piacere, aggiungi all’acqua un olio essenziale rilassante di tuo gradimento.
Al temine, bevi con totale attenzione, un bicchiere d’acqua od una tisana naturale, chiedile consapevolmente di purificare il tuo corpo con Amore e Gratitudine.”